mercoledì 5 settembre 2012

Momento di bilanci e nuovi inizi

Il temuto giorno è arrivato, inesorabile come solo il tempo può essere. 
Il compleanno. 
27 anni. 
Ora come ora la sensazione è di fallimento. 
Sono dove mi immaginavo di essere a 27 anni? No.
Cosa ho combinato finora? Una laurea e un master, una laurea di prossima conclusione (si spera), un lavoro instabile. Dal punto di vista lavorativo/scolastico la situazione è quantomeno insoddisfacente.
Dal punto di vista affettivo invece mi reputo fortunata. Una famiglia che mi vuole bene, un paio di amicizie serie, un moroso a lungo termine (e a media distanza) con progetti a lungo termine.
Questo non lo dico per commiserarmi, ma per ragionare a mente libera su dove vorrei trovarmi tra 365 giorni.

Libera da matricole universitarie.
Con un lavoro che se non fisso perlomeno mentalmente soddisfacente e stimolante.
Fuori di casa, e magari in compagnia del moroso di cui sopra.
Aggiungerei anche con quattro chili in meno e la capacità di correre almeno 40 minuti di fila.
Uh, magari pure con la capacità di fare un retro a punto croce degno di questo nome.

Bene, ora ho gli obiettivi. Vediamo se riuscirò a trasformarli in azioni!

Ps. E se smettessi di mangiarmi le unghie? 

Il vecchio si chiamava Beppo Spazzino. Aveva di sicuro un altro cognome ma, dato che di mestiere era spazzino e che tutto lo chiamavano così, anche lui aveva deciso che quel cognome gli stava bene. [....]
E faceva il suo dovere volentieri e a fondo. Sapeva che era un lavoro assai necessario. Quando spazzava le strade andava piano ma con ritmo costante: ad ogni passo un respiro e ad ogni respiro un colpo di granata. Passo-respiro-colpo di scopa. Passo-respiro-colpo di scopa. Di tanto in tanto si fermava e un momento e guardava, pensieroso davanti a sé. E poi riprendeva. Passo-respiro-colpo di scopa. [....]
Dopo il lavoro, quando sedeva vicino a Momo, le spiegava i suoi grandi pensieri. E poiché lei ascoltava in quel suo modo speciale, gli si scioglieva la lingua e trovava le parole adatte.
"Vedi, Momo, è così: certe volte si ha davanti una strada lunghissima. Si crede che è troppo lunga, che mai si potrà finire, uno pensa."
Guardò un po' in avanti davanti a sé e poi proseguì: "E allora si comincia a fare in fretta. E ogni volta che alzi gli occhi vedi che la strada non è diventata di meno. E ti sforzi ancora di più e ti viene la paura e alla fine resti senza fiato... e non ce la fai più.... e la strada sta sempre là davanti. Non è così che si deve fare."
Pensò ancora un poso e poi seguitò: "Non si può mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa. Sempre soltanto al gesto che viene dopo.
Allora c'è soddisfazione; questo è importante perché allora si fa bene il lavoro. Così deve essere.
E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come.... e non si è senza respiro. Questo è importante. - Momo, Michael Ende."

Nessun commento:

Posta un commento