venerdì 31 agosto 2012

Una lotta ogni giorno

Una delle parti più difficili del mio lavoro attuale non è data dal lavoro in sé, ma da una componente accessoria come l'ambiente lavorativo. Le mie colleghe sono tutte mediamente simpatiche (tutte donne, vi lascio immaginare che pollaio può crearsi!), però la fine della stagione estiva - altrimenti detta la Stagione, come quella londinese à la Jane Austen) sta creando una certa stanchezza mentale da pericolose derive. 
Il mio lavoro consiste nel trattare con la clientela, principalmente turisti che in modalità vacanziera diventano adepti del mantra Voglio-Esigo-Pretendo. 
Durante l'università avevo lavorato molto su me stessa, per cercare di trovare il lato positivo in ogni cosa e ce la facevo pure! Si tratta del ben noto Sistema Pollyanna. :) 
La Stagione però, anche oggi, mi ha portato in pericolose ricadute di sarcarmo e poca tolleranza, causata da piccolezze come la pretesa di un doppio omaggio da parte dei clienti (perché? Che qualcuno mi spieghi come si fa ad avere la faccia tosta a chiedere due regali, non puoi per piacere apprezzare che già te ne abbiamo fatto uno non previsto?) o gente che non legge le parti in grassetto e al centro delle carte che firma (oh, mica parliamo delle note a piè di pagina, la parte centrale, scritta a caratteri più grandi!) e poi si offende accusandoti di poca correttezza? 
Comunque, ci sto lavorando, l'articolo di Lifehacker "If your jobs sucks, it might be your fault; let's fix that" mi ha riportato con i piedi per terra, da domani atteggiamento buddista (alla peggio mi darò fuoco per protesta). 
Promesso.

Ps. Rendo noto da subito. Per la scrivente Jane Austen - anche detta Nostra Signora Jane Austen, sempre sia lodata - è una delle basi della letteratura europea e merita numerose riletture annuali.

giovedì 30 agosto 2012

Un... punto per volta

Aspettando Natale!
Qui mi devo confessare. Io adoro l'Avvento più che il Natale in sé. Mi piace l'idea di attesa, acquistare i regali concentrandomi sulle necessità dei destinatari. Mi piace perché è un nuovo inizio, io ho sempre bisogno di nuovi inizi. (Su questo ritornerò più avanti)

Date le premesse, la sezione dedicata al punto croce non poteva che iniziare con un ricamo adeguato, un calendario dell'Avvento! 
Si tratta di questo kit della Permin of Copenhagen, che ho comprato lo scorso ottobre presso lo stand di Casa Cenina alla fiera Abilmente di Vicenza e che spero di concludere entro breve! 
Per il momento questi sono i miei progressi:



Siccome ormai è chiaro che non sono in grado di seguire un progetto per volta, ho deciso di imbarcarmi in una nuova avventura, ma in compagnia questa volta! Un SAL! Per chi, come me, ha la tentazione di cercare SAL su Google per capirne di più (non c'è nemmeno su Wikipedia), si tratta di un acronimo per Stitch A-Long, un ricamo fatto in compagnia, virtuale, con scadenze precise. 
Per il mio primo SAL ho scelto quello Calorico di Elisa di Mettiamoci una crocetta sopra! è a tema natalizio, ça va sans dire. Sono un po' in ritardo, l'inizio è sabato e mi manca ancora la tela e la maggior parte dei colori. Ma ce la farò!

Ora torno alla tesi, il lavoro mi chiama!

mercoledì 29 agosto 2012

Una pagina per volta

La necessità di procede un passo per volta non è data solo dalla corsa (sì, lo so che sto solo camminando velocemente, ma dire corsa mi esalta!) come indicato ieri, ma anche dall'aver intrapreso mille impegni in una volta sola.
Non sono una madre di famiglia, né una moglie, nemmeno vivo da sola.
Semplicemente, ho quasi 27 anni, vivo ancora a casa e sto cercando di concludere il mio percorso universitario combinandolo con il lavoro a tempo pieno.

Sì, lo so, sono fuoricorso. Terribilmente.

Vi spiego le origini del mio sopravvalutarmi, in modo che capiate che non è un impulso del momento, ma un serio "difetto" da risolvere.
Abito in una località turistica, quindi durante le superiori ho sempre lavorato in estate. Idem durante la laurea triennale, dove nel massimo del mio autolesionismo mi sono ritrovata (anche se per un breve periodo) a lavorare la mattina al call center dell'università, il pomeriggio a seguire le lezioni, e i weekend a lavorare full time a casa, fino a maggio, quando iniziavo a lavorare tutta la settimana e studiare la sera. Mi sono laureata nella sessione autunnale, quindi in corso.
Cinque giorni dopo la laurea mi sono iscritta alla specialistica in un'altra città. A causa delle varie riforme universitarie il mio corso non aveva una specialistica diretta, ma la cosa più fattibile nel mio caso era iscrivermi in un'altra università, ad un corso simile, ma dove secondo il professore di riferimento avrei avuto "due o tre" esami di debito. I suddetti esami sono diventati sei. Nessun problema, imbarchiamoci in questa nuova avventura fuori casa.
Durante la specialistica ho avuto l'occasione di iscrivermi ad un master di un anno e mezzo che mi dava la possibilità di trascorrere un semestre all'estero. Bene, perché non cercare di seguire due corsi contemporaneamente? (sì, avevo dimenticato i sei esami in più).
Nel frattempo, la specialistica si allungava, perché dopotutto le ore in una giornata sono 24.
Terminato con profitto il master, mi si presenta l'occasione di lavorare a tempo pieno. Visto che con le tasse universitarie e il mantenermi all'estero (e nel resto del tempo fuori sede) i miei risparmi avevano iniziato a scendere, e vista la situazione economica, ho preso la palla al balzo.
Ovviamente lavorando 45-48 ore settimanali i tempi per studiare si riducono, e pure la mia forza fisica.
Capita poi l'intoppo. L'esame che non riesco a superare. Maledetto. L'ho tentato cinque volte, fino a passarlo. Questo esame ha una storia piuttosto particolare, che merita un post a parte.
Ora sono in tesi (la terza della mia vita), e cerco di arrancare verso la fine, se non altro per scrivere un lavoro dignitoso, anche se l'obiettivo è quello di non pagare le tasse universitarie ancora una volta.

Eccomi allora, nel giorno libero dal lavoro (piccola particolarità, il lavoro occupa anche tutti i miei weekend da febbraio e ottobre, con somma gioia del moroso a distanza) in biblioteca, a cercare di portare avanti la tesi.

Un passo per volta? Sì, forse dovrei imparare a farlo.

martedì 28 agosto 2012

Iniziare con il piede giusto

Non so se a funzionare sia stato lo stimolo del blog, del dover rispondere delle mie azioni in questa paginetta, ma è successo un prodigio. 
Dopo un mese di sveglie puntate - e spente - finalmente ce l'ho fatta. 
Ore 6.45 scatta la sveglia. Un solo snooze e alle 6.55 ero in piedi. 
Ore 7.04 ed ero fuori di casa. 
Scarpe da ginnastica ai piedi, pantaloncini e maglia a maniche lunghe, perché Beatrice ha funzionato, e c'era una certa arietta fresca, un bijou!
Ipod nelle orecchie, e mi sono fiondata in spiaggia. Da qualche mese a questa parte ho iniziato ad andare a correre. Ad essere sincera a camminare velocemente, perché ancora non riesco a correre solamente. 
Durante le ultime settimane i miei allenamenti si erano interrotti, così oggi ho percorso solamente 4 km in 32 minuti, però con una dignitosa media di 7,5 km orari! 
La cosa positiva è che camminare prima di una giornata lavorativa mi lascia ancora carica di energie la sera!

Correre è uno degli argomenti che riguardano questo blog, più precisamente il mio obiettivo è quello di rendere la corsa una routine, migliorare la mia resistenza fino a rendere possibile un allenamento di sola corsa, senza le pause in cui il mio fegato mi rende dolorosamente consapevole della sua presenza.

Per dovere di cronaca, questa è la spiaggia dove vado a correre:


lunedì 27 agosto 2012

Dichiarazione d'intenti

Questo blog nasce perché ho la tendenza ad affrontare troppe cose contemporaneamente, senza essere una maga del multitasking. In linea teorica, aprire un blog non è una scelta saggia, perché si tratta di un altro impegno da seguire. Tuttavia, questa pagina rappresenterà un modo per essere responsabile delle mie azioni e dei miei obiettivi, verranno definiti i passi fatti per arrivare al traguardo.
Un passo per volta, appunto.